Chiude Coinhive, addio al portale che minava criptovalute mentre guardavamo i film
Qualche anno fa, quando Netflix in Italia non era ancora diffuso, era stato portato alla luce il fatto che mentre si guardavano film in streaming sui portali "meno ufficiali" di streaming di film e serie tv, il computer andava al massimo della sua potenza in maniera ingiustificabile dal solo streaming del film. A seguito di alcune analisi del codice era emerso che alcuni portali, mentre guardavamo i film, minavano criptovalute con le risorse cpu/schede video dei nostri computer e per questo impegnavano tutte le loro energie durante lo streaming.
Il portale che offriva questo servizio ai webmaster era CoinHive. Appena scoppiato il caso i produttori di sistemi come Adblock hanno immediatamente aggiornato l'estensione per far si che bloccasse questi comportamenti. Così, i webmaster che inizialmente facevano tutto questo all'insaputa degli utenti, hanno dovuto palesarlo per far si che il sistema continuasse a funzionare chiedendo così il "permesso" agli utenti.
CoinHive ha avuto questo lancio sul mercato dalla discutibile correttezza e trasparenza, per poi correggere il tiro e rendersi trasparente a suon di minacce degli Adblock che non lo lasciavano più lavorare.
Dallo scandalo iniziale il tutto ha preso piede facendo conoscere a molti webmaster il servizio che permetteva di guadagnare qualcosina con gli utenti disposti a lasciare una pagina web aperta mentre fanno altro. La differenza rispetto a prima era che l'utente doveva avviare il widget manualmente perchè, finalmente, non partiva più da solo.
ConinHive, il primo sistema di mining da browser
CoinHive è stato un pioniere nel suo campo perchè mentre i più scoprivano l'esistenza delle criptovalute, lui proponeva già il mining attraverso il browser in un contesto in cui il mining si faceva attraverso specifici software installati e configurati con interfacce orrende e spesso incomprensibili.
Il servizio era veramente facile da usare, permetteva di scegliere tra più tipologie di widget da mettere nel proprio sito con un copia-incolla, ad esempio era disponibile il captcha (come nella prima immagine qui accanto) che mentre valutava se sei un robot o un umano minava qualche moneta, oppure il pannello da avviare in cui regolare quante risorse dedicare all'attività di mining, o ancora la possibilità di usare il sistema per ridistribuire i guadagni ai minatori che collaborano.
CoinHive chiude
A seguito della crisi delle criptovalute un po' tutte le aziende che si occupavano di minare le monete digitali sono andate in crisi, chi più e chi meno. Ma Coinhive non minava bitcoin ma una moneta secondaria chiamata Monero che ha subito di sfuggita gli effetti del crollo del bitcoin reggendo piuttosto bene. Eppure cosa è successo?
La criptovaluta si è evoluta e divisa in due chiudendo di fatto i battenti a favore di una versione più soft e performante rendendo però il suo mining non più redditizio e da li la decisione, a seguito del fork di Monero, di chiudere CoinHive, scelta che viene annunciata con il comunicato che segue.
Interromperemo il nostro servizio l'8 marzo 2019. Negli scorsi 18 mesi abbiamo lavorato a questo progetto, ma per essere completamente onesto, non è più economicamente redditizio.
Il calo del tasso di hashish (oltre il 50%) dopo il fork di Monero ci ha colpiti duramente. Così ha fatto il "crollo" del mercato criptato delle valute con il valore di XMR che si deprezza di oltre l'85% in un anno. Questo e l'annunciato aggiornamento del fork e dell'algoritmo della rete Monero del 9 marzo ci hanno portato alla conclusione che dobbiamo interrompere Coinhive.
Pertanto, l'attività di mining non sarà più utilizzabile dopo l'8 marzo 2019. Le dashboard saranno comunque accessibili fino al 30 aprile 2019, pertanto potrai avviare i pagamenti se il tuo saldo supera la soglia minima di pagamento.
Grazie a tutti per l'ottimo periodo trascorso insieme.
Il comunicato originale
Cosa devono fare i webmaster?
Vista la chiusura di CoinHive vale la pena ricordare ai webmaster che hanno implementato il servizio che entro il 30 aprile 2019 dovranno richiedere il trasferimento dei propri Monero altrimenti perderanno i propri guadagni.
Una tempistica molto affrettata che assomiglia più ad una fuga che ad una vera e propria chiusura organizzata. Dall'altro punto di vista è pur vero che nel mondo delle criptovalute nulla è garantito quindi anche chiudere tutto senza preannunciare nulla sarebbe possibile.
In ogni caso i webmaster, dopo aver chiesto il trasferimento dei propri proventi dovranno rimuovere i widget eventualmente implementati inventandosi quindi altre soluzioni.
Articolo di Marco Galassi