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Bug di Facetime e iCloud e calo delle vendite Apple: è stato possibile sentire l'audio

| Marco Galassi | Blog
iPhone e prodotti Apple

Il problema era stato ripetutamente segnalato dagli utenti ma sino a fine gennaio 2019 è stato ignorato da Apple. Il problema in questione è un bug dell'app di video chiamate dei dispositivi Apple, l'app FaceTime che nelle sue ultime versioni permetteva anche le chiamate di gruppo.

Il bug di Facetime

E' proprio la chiamata di gruppo di FaceTime il contesto nel quale il bug si manifesta. (nel video qui sotto si vede anche il bug)

Se si chiama una persona su FaceTime, che non risponde, e mentre sta suonando si aggiunge una seconda persona alla conversazione, l'audio della prima si apre senza attendere che l'utente risponda. Inutile dire che questo rappresenta un immenso rischio per la privacy delle persone che vengono così ascoltate a loro insaputa mentre credono di non aver ancora risposto alla video chiamata. Non che FaceTime sia l'app di uso quotidiano, non che le chiamate di gruppo siano le priorità di vita, ma certamente chi ha scoperto questo bug lo può aver sfruttato in innumerevoli occasioni ascoltando di fatto l'utente mentre non stava rispondendo.

Bug su iCloud per accedere ai dati altrui

Come se non bastasse viene rivelato oggi che Apple ha notizia di un altro bug, su iCloud. che permette di accedere ai dati di un utente impostando il numero di telefono di quell'utente nei dati di fatturazione. Lo ha scoperto Melih Sevim, un esperto di cybersicurezza turco che ha raccontato, riporta Wired, “Ho scoperto che quando c’è un trasferimento di dati attivo tra l’utente e i server Apple, se apro il mio account iCloud (di chi attacca), c’è la possibilità di visualizzare alcuni dati casuali su ogni aggiornamento a causa del bug”. Sebbene richiesto, Apple non ha fornito informazioni circa il lasso di tempo tra quando ha avuto inizio il problema e quando è stato risolto, né sul numero di utenti i cui dati potrebbero essere stati compromessi.

Errore imperdonabile

Che un colosso come Apple possa commettere errori di questa portata è imperdonabile, specialmente considerando i prezzi dei suoi prodotti, i più costosi del mercato e quindi, nelle aspettative dell'acquirente, i più testati e precisi del mercato. Eppure è successo, e più volte è stato segnalato, e ignorato il problema sino al 29 gennaio 2019 in cui Apple ha annunciato di aver bloccato la funzionalità delle chiamate di gruppo per evitare che il bug fosse sfruttabile in attesa del rilascio di un aggiornamento.

Apple, vendite iPhone in calo

iPhone in stand byAltra spina nel fianco, di tutt'altra natura e probabilmente slegata dai fatti contingenti, è il calo delle vendite degli iPhone che Apple sta registrando.

Tra la saturazione del mercato degli smartphone, sempre nuovi modelli con ben poche novità introdotte di volta in volta, tra l'aumento dei prezzi fino alla soglia massima, gli iPhone di ultima generazione non vendono come previsto e questo sta causando un calo del fatturato che per la prima volta sarà sotto le aspettative tanto da spingere Cook a comunicarlo anticipatamente agli investitori per ridurre le aspettative di crescita e le stime iniziali.

-15% a Natale 2018

Per dare un ordine di grandezza al problema, nel periodo di natale 2018, scrive Wired, le vendite degli iPhone sono calate del 15% seppur economicamente compensate da un aumento delle vendite dei servizi digitali del 19% che però riguarda tutt'altro prodotto rispetto all'hardware prodotto dalla mela. Complessivamente, prosegue, il calo delle vendite è stato di circa il 4,5% dei ricavi totali. Ciò ha impattato anche sui titoli e conseguentemente sulle stime del primo trimestre 2019.

Calano i prezzi degli iPhone, forse

Cook ha annunciato che Apple sta ripensando al modo in cui vengono fissati i prezzi degli iPhone al di fuori degli Stati Uniti dove solitamente viene operata una conversione dal prezzo USA, talvolta inadeguato, specialmente in quei Paesi che nell'ultimo anno hanno avuto una svalutazione della moneta locale rendendo di fatto più costoso il prodotto rispetto all'acquisto in USA. Così, ha detto Cook all'agenzia Reuters "in gennaio abbiamo valutato la condizione macroeconomica in alcuni di quei mercati e abbiamo deciso di tornare a prezzi più commisurati a quelli che erano un anno fa nella speranza di aiutare le vendite in quelle aree”.

Articolo di Marco Galassi fonte Wired

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